Chi sta pensando che sia finalmente possibile ristrutturare casa completamente GRATIS purtroppo si sta sbagliando di grosso…
Solo per alcuni determinati interventi realizzati in specifiche circostanze è infatti possibile usufruire della detrazione fiscale del 110%.
Questo significa, però, che si dovranno comunque pagare interamente i costi dell’intervento e poi aspettare cinque anni (nel caso del Superbonus) che lo Stato restituisca il 110% della cifra spesa sotto forma di credito fiscale, da scalare annualmente sulla somma delle tasse da pagare, ammesso e concesso che tali tasse siano di importo uguale o superiore in rapporto alla quantità di credito spettante. È doveroso precisare, infatti, che il credito fiscale in eccesso rispetto alla quantità di tasse da pagare non è rimborsabile.
In seguito alla conversione in legge del nuovo decreto Rilancio – Dl 34/2020 – è fondamentale innanzitutto riepilogare le detrazioni fiscali attualmente utilizzabili nell’ambito di interventi edilizi rivolti al recupero del patrimonio immobiliare esistente.
È opportuno inoltre precisare che le normative in vigore prima dell’emanazione del decreto Rilancio, in buona sostanza, rimangono a tutti gli effetti applicabili per tutti quei casi che di fatto non rientrano nei parametri fissati dal nuovo Superbonus.
LE DETRAZIONI
I 5 tipi di bonus, per la casa, in vigore sono:
1 – BONUS RISTRUTTURAZIONI 50%:
Detrazione delle spese ammesse al beneficio per opere di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo o ristrutturazione (secondo quanto previsto dal Testo Unico edilizia – Dpr 380/2001) con un massimo ammissibile di 96.000 euro, Iva compresa (quindi il bonus ammonta al 50% di 96.000 euro = 48.000 € in 10 anni, quindi 4.800 €/anno ), con scadenza 31/12/2020. Poi l’aliquota tornerà al 36%;
2 – ECOBONUS 65%
Generalmente spettante per tutte le opere di risparmio energetico purché rispettino gli specifici requisiti fissati per le varie tipologie di opere, intendendo per requisiti sia i massimali di spesa (variabili in base alle tipologie di intervento) ma soprattutto le caratteristiche tecniche fissate dalle normative di riferimento in materia. La detrazione può salire al 70%, 75%, 80% e 85% nel caso di combinazioni con interventi di efficientamento sismico, purché gli interventi riguardino parti comuni di edifici condominiali (scadenza 31/12/2021);
3 – SISMABONUS 50% – 70% – 80%
Riguarda gli interventi di miglioramento sismico degli edifici a patto che ricadano in zona sismica 1 – 2 – 3. Le varie misure di detrazione sono applicabili in base al tipo di intervento realizzato, con specifico riguardo a quante classi di miglioramento si vanno a raggiungere e ad eventuali combinazioni con interventi che diano miglioramenti anche dal punto di vista energetico. Inoltre il tetto di spesa massimo ammissibile su cui calcolare la detrazione è pari a 96.000 euro Iva compresa (scadenza 31/12/2021);
4 – BONUS FACCIATE 90%
Per il momento, rimane l’unico bonus che non ha un tetto di spesa massimo su cui calcolare la detrazione (ciò non significa sparare delle cifre fuori misura in quanto ci sono molti listini prezzo a cui poter fare riferimento) e riguarda tutte le opere realizzate sulle facciate visibili dal suolo pubblico, quindi sono incluse le facciate interne. Il vincolo fondamentale è che gli edifici interessati devono ricadere in zona A (centri storici) oppure in zona B (complemento). La scadenza è al 31/12/2020;
5 – SUPERBONUS 110%
Diventato efficace con la conversione in legge del Dl 34/2020 – Decreto rilancio – L. 17 luglio 2020 n. 77, ma attualmente necessita ancora di molti chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate e circa 10 / 12 decreti attuativi per poterne delineare l’effettiva operatività. Il dato di fatto è che tale bonus è legato alla realizzazione di almeno uno degli interventi “trainanti” (cappotto termico o sostituzione dei generatori di calore), in presenza dei quali anche gli altri interventi rientranti nell’esistente Ecobonus (Dl. 63/2013 – L. 90) possono beneficiare della detrazione maggiorata (scadenza 31/12/2021);
Tutti i crediti fiscali derivanti dalle varie detrazioni sopra elencate possono diventare denaro liquido attraverso due specifici strumenti:
Cessione del credito: sostengo interamente il costo dell’intervento e poi vado a vendere (quindi cessione per monetizzare) il credito fiscale maturato al miglior offerente;
Sconto in fattura: posso chiedere all’impresa/e esecutrice/i (che non sono obbligate ad accettare a patto che tale opzione sia definita in sede contrattuale) di applicare uno sconto in fattura pari al massimo della detrazione spettante.
Generalmente sia l’una che l’altra pratica sono a titolo oneroso, ossia chi acquista il credito scontandolo lo fa in cambio di un compenso che in linea di massima viene calcolato sottoforma di minor detrazione rispetto alla cifra maturata.